Post Trump

Parler

Non ho seguito molto la vicenda Trump piuttosto mi interessa quello che riguarda le varie piattaforme di chat a cui i suoi sostenitori si sono affidati dopo i vari ban. Al momento in cui scrivo Parler risulta offline e dalla homepage creata ad hoc il messaggio è chiaro, la cosa non finisce qui e sembra chiaro che oltre a finire in tribunale provocherà un certo scompiglio tra ai vari provider di servizi, in questo caso Amazon.

Trump offendendo la democrazia della stessa nazione di cui era presidente si è servito dei social media come fomentatori di massa e la cosa non è andata giu’ proprio a questi ultimi che si sono autoelevati a difensori padri chiudendo i rubinetti ai servizi erogati, forse perchè ne vogliono l’esclusiva?

C’è pero’ una distonia in questa cosa, chi doveva ergersi a regolamentatore o non esiste o non lo ha fatto e ha lasciato che le pedine agissero unilaterlamente, tanto è vero che gli account Twitter e Facebook di Trump sono stati chiusi. Non sono assolutamente un fan di Trump, anzi tutt’altro, ma dove sta il limite tra il poter dire le proprie ragioni ( anche sbagliate ) e dove queste ragione debbano essere censurate da un provider di servizi ? Attento bene ho detto provider di servizi ! Al limite risponderai tu stesso di quello che dici e scrivi. Si ok bisognerebbe visionarne i contratti ma dubito ci si riuscirà.

Qualcuno ha detto «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita affinché tu lo possa dire» speriamo di poterlo continuare a dire anche in un prossimo futuro.

Arriveremo ad avere fornitori di servizi internet di seri e A e serie B, buoni e cattivi ? Certo è lo strapotere di poche società è inquitenate e calcolato al minuto e la cosa si stà allargando.

Oltre a questo leggetevi l’itervista al CEO di Parler mittdolcino.com